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La banca digitale è una delle espressioni dell’innovazione dei servizi privati destinati al pubblico e fornisce vantaggi innegabili che ormai milioni di persone sfruttano ogni giorno.

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L’euro digitale è il progetto che la BCE e le banche centrali nazionali dell’area euro hanno avviato per poter emettere una nuova forma di moneta come alternativa più efficiente rispetto alla convenzione usata dall’uomo da 2.500 anni a questa parte.
E’ questa la notizia che merita l’attenzione di tutti, quantomeno in Europa e in Italia. Molte altre nazioni stanno concertando con le proprie banche centrali iniziative simili.

Trasformazione e transizione digitale non sono certamente concetti astratti e anzi sono fenomeni che stanno dettando il nostro presente e il nostro futuro di cittadini e di consumatori.

Il connotato di questa vera è propria rivoluzione sociale è la velocità del cambiamento, abilitato da velocità computazionali sempre più grandi, dalla possibilità di processare enormi quantità di informazioni e dal web che consente il loro immediato trasferimento, ovunque.

La maggior parte delle persone non si è ancora resa conto del significato di tutto questo e tantomeno del tipo di impatto che questa trasformazione avrà nelle nostre vite in tempi molto ravvicinati.

Cosa sta già succedendo? L’accesso a molti servizi pubblici e privati è stato convertito in modalità digitale, in alcuni casi con il mantenimento dell’accesso tradizionale (sportello, telefono), in molti altri in modo definitivo.

Per questo motivo diventa prioritario che ogni individuo inizi a disegnare il proprio profilo tecnologico, utile ad amministrare tutte le necessità legate a questa nuova dimensione della vita privata e sociale.

Ciò che dovremo imparare a gestire con solidità e sicurezza sono sicuramente i nostri documenti e la nostra comunicazione mentre, per quanto riguarda la gestione delle nostre necessità di tipo economico-finanziario, la banca digitale è la soluzione specifica a patto, ancora una volta, di saperla usare e di conoscerne le funzionalità.

In sostanza ognuno di noi, in qualità di cittadino e di consumatore, potrà dialogare digitalmente con la società e con le Istituzioni diventando a propria volta un piccolo HUB tecnologico, una mini organizzazione dotata di strumenti specifici, alcuni dei quali sono già in nostro possesso: SPID, CIE (carta di identità elettonica) tessera sanitaria con tecnologia NFC ecc.

Ciò che sta succedendo a livello politico e socio-economico sembra confermare questa lettura.

Il PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – contiene il poderoso piano di investimenti che verrà lanciato già nelle prossime settimane con i fondi in arrivo dal Recovery Fund.

Quasi il 30% di questi fondi riguarda espressamente iniziative e riforme per la digitalizzazione e l’innovazione nel Paese e sarà distribuito nell’arco di 5 anni, fino al 2026: un tempo davvero breve.

Il 13 luglio 2021 l’Ecofin ne ha deliberato per l’Italia una prima tranche di 24,9 miliardi e una cifra simile è previsto sarà consegnata entro la fine dell’anno: sarà importante seguire il percorso dei progetti nazionali per le ricadute certe che avranno sulla nostra vita di tutti i giorni.

Sarà il nostro grado di competenza digitale a permetterci di cogliere tutte le opportunità legate a questa svolta, permessa prioritariamente al nostro Paese.

I servizi bancari coprono una parte fondamentale delle nostre necessità personali, certamente la più delicata. La versione on line di questi servizi costituisce la gestione economica nel nostro personale HUB tecnologico.

L’IBAN del conto corrente è un elemento indispensabile come il documento di identità personale e la tessera sanitaria. Si comunica per ricevere gli accrediti.

Attraverso il conto corrente on line abbiamo a disposizione in modo pratico e sicuro tutte le tipologie di pagamento che ci possono venire richieste:

Il conto corrente ci permette di far transitare le operazioni di pagamento effettuate con le “plastic card”: carta bancomat, carta di credito, carte prepagate ecc.

Ci consente inoltre di usufruire di servizi accessori particolarmente comodi come Telepass.

Con la banca digitale monitoriamo in tempo reale delle nostre finanze, un controllo puntuale e totale che in assenza di tecnologia non sarebbe possibile ottenere.

La banca digitale ci offre spazi di libertà e di autonomia perfetti nell’ambito della transizione tecnologica che stiamo vivendo.

Qual è tuttavia la principale regola da osservare per il mantenimento di questa libertà e di questa autonomia?

Ciò a cui non dobbiamo rinunciare è l’aggiornamento costante delle informazioni.

E’ infatti indispensabile seguire l’evoluzione dei servizi digitali che, per loro natura, vengono costantemente implementati in funzione di nuove normative e dell’evoluzione della tecnologia.

L’alternativa è delegare qualcuno che lo faccia per noi.

PERCHE’ TE NE DEVE IMPORTARE?

Nel breve termine aumenterà in modo veloce e progressivo il bisogno di accedere ai servizi essenziali in modalità digitale.

Secondo l’ultimo rapporto diffuso dal gruppo svizzero di software per le banche Temenos, il 65% del campione di alti dirigenti bancari interpellati nel mondo ha dichiarato di ritenere che le filiali saranno destinate inesorabilmente a chiudere i battenti entro 5 anni.

Per il mercato italiano questa previsione sembra molto azzardata. Tuttavia il trend è già in atto e, per quanto il Paese sia in ritardo rispetto alle dinamiche di altre aree, non c’è ombra di dubbio che i tempi delle trasformazioni sociali sono oggi molto più veloci e intensi che in passato.

Aspettare gli eventi non è una buona strategia.




La necessità di imparare ad usare i servizi digitali è ormai un fatto chiaro a tutti.

Ancora una volta serve sottolineare che la transizione digitale sta modificando in positivo le abitudini e i comportamenti delle persone, semplificando in modo radicale molte attività che richiedevano spostamenti, attese, moduli da compilare a mano, tempo dedicato e tutti i costi collegati.

La Pubblica Amministrazione ha già intrapreso da tempo il proprio percorso in questa direzione e il PNNR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, pone al primo posto proprio la necessità di dare un impulso decisivo agli aspetti dell’innovazione connessi con la trasformazione digitale del Paese.

Il fisco, la sanità e la previdenza pubblica sono esempi di servizi essenziali raggiungibili tramite portali web dedicati e molte prestazioni dei rispettivi Enti non sono già più accessibili se non nella modalità digitale.

I servizi bancari sono una diversa ma non meno importante tipologia di servizi essenziali.

E’ evidente che non ha davvero più senso far pagare una bolletta o far eseguire un bonifico all’impiegato della filiale, perché gli svantaggi della “modalità tradizionale” superano ormai di gran lunga quelli della “modalità digitale”.

Se ti presenti personalmente allo sportello, avrai probabilmente dovuto prima affrontare il traffico cittadino e pagato il parchimetro per un posto auto, in genere complicato da trovare.

Dopo aver fatto la fila, probabilmente davanti ad un singolo sportello di cassa aperto, avrai pagato certamente una commissione salata. In sostanza avrai consumato tempo prezioso per dedicarlo ad una questione pratica risolvibile in pochi minuti con un sistema alternativo, caratterizzato da costi ben più lievi o addirittura inesistenti.

La banca oggi consente l’accesso allo sportello per coloro che non hanno dimestichezza o non vogliono servirsi della modalità on line ma oggi questa può essere considerata l’opzione concessa ad una fascia sempre più limitata di clientela.

Se Pubblica Amministrazione e banche ti stanno “consigliando convintamente” di diventare utente digitale, allora è il caso di iniziare a capire quali sono attrezzatura e prassi corrette per consentirti di affrontare senza inconvenienti questo cambio di paradigma.

Il rischio è quello di diventare semplici “turisti fai da te” dell’internet banking, senza sfruttarne appieno tutte le potenzialità e i vantaggi.

In principio va considerato che le banche sostanzialmente si limitano a consegnare ai propri clienti le chiavi di acceso digitali al conto corrente abilitando tecnicamente il servizio.

Non si occupano a sufficienza, come evidentemente dovrebbero, di aiutarli ad esplorare e capire questo nuovo ecosistema e di metterli nelle condizioni ideali per dominarlo.

Si tratta a tutti gli effetti di riconfigurare in modo accurato e consapevole la propria organizzazione individuale perché la gestione informatica dei dati, delle attività già trasferite sul web e di quelle che lo saranno in futuro, richiede l’uso di una dotazione tecnologica non così scontato come tanti credono: vediamo quale.

Benchè lo smartphone abbia ormai conquistato il trono tra gli strumenti tecnologici individuali, il supporto più trascurato ma più importante per l’utilizzo dei servizi on line, a maggior ragione quelli delle banche, è senz’altro il personal computer.

Il PC dovrebbe essere ormai diventato l’elettrodomestico principale nelle case dei cittadini, abbinato ad una connessione internet sufficientemente performante.

Il fatto che così non sia, spiega almeno in parte il dato ben rappresentato dalle statistiche europee pubblicate nel rapporto DESI (Digital Economy and Society Index), che vedono l’Italia costantemente agli ultimi posti per competenza digitale media della popolazione.

Va considerato che le transazioni, la lettura delle comunicazioni importanti, la consultazione dei documenti digitali e la loro conservazione e archiviazione sono tutte attività da ingaggiare con attenzione e con metodo.

E’ senz’altro opportuno poter disporre di uno schermo adeguato e di uno spazio virtuale privato da utilizzare per conservare tutti i documenti ora elettronici che una volta mettevamo nelle cartelline e nei cassetti.

Smartphone e tablet non hanno queste caratteristiche.

Atti, certificati, bollette, estratti conto, ricevute di pagamento e comunicazioni importanti devono essere oggi scaricati, salvati e conservati con buone prassi di gestione documentale e di “igiene digitale” che vengono quasi sempre trascurate.

Considera che una parte sempre più importante e consistente dei tuoi documenti personali è stata e sarà sempre più dematerializzata.

Devi porti il problema non solo di riporla tutta in un luogo riservato come ad esempio il disco fisso del tuo Pc, ma anche di effettuare periodicamente una copia di sicurezza dei tuoi archivi in caso di guasti, cancellazioni accidentali o altri rischi di perdita dei dati.

E’ opportuno che il salvataggio periodico e la copia di sicurezza dei dati personali vengano eseguiti su memorie locali e non su archivi in cloud, in quanto si tratterebbe di informazioni sensibili consegnate ad un provider, ossia ad un soggetto terzo, in un luogo (datacenter) che potrebbe diventare per un qualsiasi motivo definitivamente irraggiungibile.

Solo un personal computer e le attività di manutenzione che organizzi sotto il tuo completo controllo, ti consentono di raggiungere l’efficienza e la sicurezza di cui hai bisogno.

La banca on line accessibile da smartphone o tablet installando una APP, è invece particolarmente comoda e funzionale in mobilità, perché ad esempio puoi consultare in tempo reale conto, carta di credito e investimenti.

Dal telefonino puoi certamente effettuare un pagamento o liquidare un titolo in borsa quando sussiste una esigenza immediata.

Tuttavia il rischio di sbagliare digitazione o subire pericolose distrazioni operando con le cifre, consiglierebbe l’uso di un PC e la tranquillità di un ambiente protetto ogniqualvolta è in gioco il trasferimento di denaro.

Per quanto possa a questo punto sembrare il contrario, la buona notizia è che la dotazione indispensabile per avere il controllo totale della propria attività digitale, anche bancaria, passa per una serie di strumenti, prodotti e servizi generalmente a buon mercato o addirittura gratuiti.

Oggi un conto corrente on line completo, con bancomat e carta di credito, ha un costo mensile inferiore alla tariffa base di un qualsiasi provider di contenuti di intrattenimento come Netflix, Disney Plus, Sky o Dazn: piattaforme meno essenziali e delicate se confrontate a quella di un servizio bancario on line con cui viceversa puoi gestire in totale sicurezza il tuo denaro.

Un PC idoneo per la tua attività digitale può essere il portatile ricondizionato acquistabile senza grandi esborsi nei negozi specializzati presenti pressochè ovunque e presso i quali puoi ricevere assistenza tecnica e manutentiva quando necessario.

Smartphone (tablet), SIM voce, connessioni internet e posta elettronica fanno ormai già parte nativamente della dotazione sociale di ognuno e quindi di fatto non rappresentano una voce di costo specifica.

Ciò significa che non esiste una sostanziale barriera economica ad accogliere la trasformazione digitale, quanto la volontà di imparare, la disponibilità al cambiamento o la volontà di superare uno scoglio di natura emotiva o culturale.

Questa è, riepilogando, la dotazione che ti permette di avviare i servizi bancari digitali e di gestirli in modo sicuro e completo:

  • Conto on line e credenziali di accesso internet banking
  • Carte di pagamento
  • Indirizzo mail
  • SIM voce
  • Smartphone o tablet con connessione internet
  • App banca: installazione sui device mobili
  • Personal computer
  • Connessione internet
  • Strumento di back up dei dati di PC e smartphone per la copia di sicurezza dei dati, con il relativo software

Questo ecosistema si integra naturalmente e dialoga con la tua esperienza digitale complessiva, alla quale partecipi come cittadino o consumatore nell’ambito globale di tutte le tue attività sociali.

Al suo interno possiamo ormai considerare acquisiti il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID), la CIE (Carta di identità elettronica e la nuova tessera sanitaria dotata chip con tecnologia NFC (near field communication).

Interpretare correttamente la condizione tecnologica e le opportunità che derivano dalla transizione digitale ti mette senz’altro in grado di godere di maggiore libertà, a differenza di coloro che invece non hanno o non avranno tutti i mezzi necessari per partecipare attivamente al cambiamento.

In ogni caso devi avere costantemente a disposizione un set informativo aggiornato e gli strumenti utili per mantenere protetto questo indispensabile perimetro di libertà.



Uno degli aspetti più trascurati da parte dei clienti è la gestione della corrispondenza che la banca spedisce o che mette a disposizione in relazione ai rapporti intrattenuti: conto corrente, carte, deposito titoli, mutuo ecc.

Perché devi verificarli e conservarli?

Quali sono i documenti importanti?

Come si archiviano i documenti della banca?

La questione è più seria di quanto comunemente si tenda a credere e il problema assume caratteristiche specifiche da quando queste comunicazioni sono state trasferite prevalentemente sui canali digitali.

Cerchiamo perciò di fare chiarezza al riguardo.

Dal punto di vista normativo, nell’era precedente alla trasformazione digitale e all’integrazione europea, lo status di “consumatore” di servizi bancari e finanziari era certamente meno “individuato” e meno tutelato.

I contratti della banca erano documenti di poche pagine, da siglare con un paio di firme: capitava di conservarli a casa in un cassetto della cucina o del mobile di ingresso assieme ad una corrispondenza periodica piuttosto limitata.

L’estratto conto del conto corrente veniva spedito per posta e si spulciava a fine anno, quando era quasi una prassi recarsi in filiale durante il periodo natalizio per farsi consegnare l’agenda omaggio: era la classica circostanza-pretesto per andare a discutere un tasso creditore più favorevole e delle spese di gestione più contenute.

La situazione non solo è drasticamente cambiata nel volgere di pochi anni, ma questa evoluzione prevede oggi una consapevolezza molto più profonda, sia del nostro ruolo di consumatori di servizi bancari e finanziari, sia dei contesti normativi europei e degli strumenti digitali.


La “carta” si è trasformata in “file” anche per ragioni economiche, per contribuire a mantenere basso il costo della gestione del conto corrente:

“Preferisce che le spediamo gli estratti conto per posta o glieli mandiamo per posta elettronica? Se li spediamo a casa, le costano € 1,50 per ogni documento, altrimenti sono gratis”

“Me li mandi pure per posta elettronica, grazie!”

Oggi i documenti che la banca è tenuta ad inviare sono sicuramente più numerosi che in passato, per effetto delle numerose integrazioni legislative e la consegna digitale di questi documenti è una garanzia di velocità e di certezza.

Tuttavia questa modalità comporta una diversa organizzazione personale, un livello di attenzione specifico e un metodo di gestione accurato.

Perché devi attrezzarti e come è più opportuno farlo?

Molti trascurano il fatto che il conto corrente e gli altri servizi bancari sono contratti veri e propri, con facoltà ed obblighi da entrambe le parti: banca e consumatore.

Per i consumatori è fondamentale conoscere i propri diritti ma anche adottare comportamenti idonei a salvaguardarli ed uno di questi è proprio il principio di conservare i documenti sottoscritti e ricevuti perché hanno rilevanza legale.

E vero: le banche sono tenute, entro termini definiti, a produrre e consegnare le copie di questi documenti a richiesta dell’interessato, degli eredi o di chiunque sia legittimato a farlo, ma non dovresti dare per scontato che sia sempre possibile ottenerli nei tempi che ti servono (magari ne ha bisogno con urgenza il tuo avvocato) o che una causa di forza maggiore possa impedire alle banche di produrre la copia di quello specifico documento di archivio.

La tua necessità può sorgere per i motivi più vari, ad esempio:

  • Devi risalire ad una operazione transitata tempo addietro sul conto corrente come ad esempio il pagamento di una mensilità di affitto, di una contravvenzione, di una rata delle spese condominiali ecc.
  • Vieni chiamato dal giudice a dimostrare di aver pagato gli alimenti al coniuge divorziato
  • Devi certificare al Comune il pagamento di un tributoNon ti ricordi in cosa consiste un addebito della carta di credito
  • La compagnia di assicurazione ti contesta un premio non pagato lo scorso anno
  • Vuoi verificare il rendimento effettivo di un investimento con il flusso cedolare, le spese e la sua fiscalità
  • Devi controllare l’importo effettivo di un rimborso o di un risarcimento incassati in passato
  • Vuoi semplicemente verificare periodicamente i costi di gestione dei servizi della banca

Come vedi, si tratta di necessità non così infrequenti.

Inoltre, almeno una volta l’anno devi avere a disposizione alcuni dati come:

  • La certificazione degli interessi pagati per il mutuo
  • I saldi medi e finali dei rapporti per la DSU e l’ISEE
  • Le consistenze di risparmi e investimenti per le verifiche patrimoniali con il commercialista, ecc.

La banca ti consegna o ti mette con certezza a disposizione tutti questi documenti ma provvede anche a segnalarti, per esempio, le proprie decisioni di variazione delle tariffe precedentemente concordate, oppure eventi specifici legati alle operazioni che svolgi in autonomia, come ad esempio la possibilità di aderire ad una operazione sul capitale di una società quotata di cui hai le azioni in portafoglio.

Dove si trovano quindi corrispondenza, comunicazioni e segnalazione di eventi?

Nella tua area riservata della banca on line, in una apposita sezione, si trovano tutti i documenti digitali di tua pertinenza.

Solitamente la banca provvede ad inviarti un avviso, un “alert” via e-mail o SMS, per segnalarti che ti ha messo a disposizione un nuovo documento da consultare: comunicazione o rendicontazione contabile.

A quali di questi documenti digitali devi porre particolare attenzione e quali di questi devi assolutamente salvare e conservare?

Ogni servizio sottoscritto ed utilizzato dai clienti comporta una propria attività di corrispondenza.

Per i servizi più comuni utilizzati da privati e famiglie, di seguito trovi l’elenco minimo dei documenti che devi assolutamente salvare e conservare:

  • CONTO CORRENTE

    • Estratto conto (mensile, trimestrale, semestrale ecc.).
      Contiene la lista delle operazioni effettuate nel corso del periodo, con saldo iniziale e saldo finale
    • Prospetto di liquidazione
      Espone il riepilogo periodico delle competenze per spese ed interessi a credito/debito del conto corrente
    • Saldo medio annuale e saldo al 31 dicembre
      Espone dati utili per la compilazione della DSU (dichiarazione sostitutiva unica) ai fini ISEE (indicatore situazione economica equivalente)
  • CARTA DI CREDITO
    • Estratto conto mensile
      Contiene la lista degli utilizzi che hai effettuato con la carta di credito nel mese di riferimento
  • DEPOSITO TITOLI
    • Questionario MIFID aggiornato periodicamente
      Si tratta del documento che determina il tuo livello di esperienza e conoscenza degli strumenti finanziari in base al quale possono esserti forniti dalla banca specifici consigli di investimento
    • Estratto conto titoli (mensile, trimestrale ecc.)
      Contiene la tua posizione investimenti alla data di riferimento
    • Lettere contabili (es. sottoscrizione, acquisto, vendita)
      Contengono i riferimenti contabili delle operazioni eseguite relative agli strumenti finanziari contenuti nel tuo deposito titoli
    • Rendicontazione annuale costi, oneri e incentivi
      E’ il documento che riepiloga i costi totali che hai sostenuto per la gestione da parte della banca degli strumenti finanziari contenuti nel tuo deposito titoli
  • MUTUO IPOTECARIO
    • Lettera quietanza delle rate addebitate
    • Rendicontazione annuale degli interessi pagati

Questo elenco di base ti mette nelle condizioni di avere sempre a disposizione il set minimo di informazioni sul tuo rapporto con la banca e di poter tracciare in ogni momento il quadro delle spese e dei costi che sostieni.

Considera tuttavia che per ognuno dei servizi che usi la banca emette anche un DOCUMENTO DI SINTESI periodico (comunque sempre almeno una volta l’anno) con la rappresentazione delle condizioni alle quali il servizio viene corrisposto.

Inoltre un altro tipo di corrispondenza riguarda le “PROPOSTE DI VARIAZIONE UNILATERALE DEL CONTRATTO

Si tratta delle variazioni che la banca intende apporre alle condizioni precedentemente concordate sui servizi che usi. La banca è obbligata a sottoporti la sua decisione di cambiare questi accordi, con un preavviso di almeno 60 giorni e con le sue motivazioni scritte. In questo caso tu puoi decidere di NON accettare la variazione recedendo dal contratto senza oneri. Accetterai le nuove condizioni semplicemente astenendoti dal comunicare un disaccordo.

Non dimenticare infine che la banca “colloca” anche prodotti di terze parti, come le polizze assicurative o i finanziamenti al consumo: sarà da questi soggetti che tipicamente riceverai i documenti relativi al contratto, comprese le rendicontazioni obbligatorie.

Come devi “trattare” quindi tutti questi documenti digitali così importanti per la tua salvaguardia e per la tua consapevolezza nel consumo dei servizi bancari e finanziari?

Un metodo che posso consigliarti è quello di riservarti del tempo ad intervalli regolari, una volta al mese o una volta a trimestre, per entrare nella tua area riservata e “scaricare” nel tuo personal computer almeno i documenti sopra elencati.

Crea una cartella e delle sottocartelle in modo da organizzare il tuo archivio in modo chiaro e facilmente consultabile, anno per anno.

Crea ad esempio una cartella BANCA XYZ e una sottocartella per singolo servizio (conto corrente, carta di credito, mutuo, deposito titoli ecc.).

All’interno di ogni singolo servizio crea una cartella per ogni anno, salvando tutti i documenti relativi all’anno di riferimento.

Provvedi periodicamente a salvare questi dati e tutti gli altri dati importanti del tuo PC in un supporto da usare per i back up di salvaguardia del tuo patrimonio digitale.

In conclusione:

l’importanza di conservare con cura i documenti della banca riguarda la loro ufficialità: sono firmati o fanno comunque parte delle comunicazioni di “trasparenza” imposte alle banche dalle normative italiane ed europee.

Sono documenti che puoi aver bisogno di consultare a distanza di tempo e che potrai in ogni momento opporre legalmente ai terzi per dimostrare un potenziale abuso e difendere i tuoi diritti, con iniziative individuali oppure con l’assistenza di avvocati o delle associazioni dei consumatori.

Gli ultimi anni hanno dimostrato quanto sia indispensabile conoscere per i consumatori di servizi bancari e finanziari le forme di tutela a loro disposizione e la necessità di prevenire e di poter contrastare efficacemente i comportamenti border line o del tutto abusivi degli operatori bancari e finanziari: le sanzioni già comminate dicono che questi episodi possono ancora accadere e certamente non si conosce il numero – probabilmente elevato – degli accordi stragiudiziali che sono intervenuti negli anni tra banche e clienti per “comporre” consensualmente vertenze e reclami.

Dovresti salvare e conservare su un tuo supporto personale, come ad esempio il tuo PC, tutta la documentazione che la banca ti trasmette, comunque almeno la lista che ti ho fornito.

La trasformazione digitale ci offre opportunità davvero valide ed importanti, spesso eccezionali, ma dobbiamo attrezzarci correttamente per godere dei vantaggi che ne derivano.

La tua liberta e la tua autonomia si fondano sulla conoscenza e sulla consapevolezza: come utente di servizi bancari e finanziari, ormai sempre più digitalizzati, devi poterti garantire sempre la massima serenità possibile.

Per le esigenze legate al servizio di conto corrente e agli altri servizi bancari, i clienti si rivolgono al personale dipendente dello sportello nel quale detengono i rapporti.

Ai clienti con patrimoni oltre una certa soglia, che esprimono esigenze più sofisticate, le banche mettono solitamente a disposizione un interlocutore fisso, un “gestore di portafoglio” che mantiene la relazione nel tempo ma che può essere cambiato in qualsiasi momento per qualsiasi tipo di necessità (trasferimento, cambio mansione, pensionamento ecc.).

In sostanza, nel sistema “tradizionale” il cliente di una banca non ha la possibilità di scegliere la persona che tratta e amministra i propri interessi, con il rischio di dover ricominciare da zero una relazione ogniqualvolta la banca effettua un cambiamento organizzativo.

Le grandi trasformazioni in atto da anni nel Sistema Bancario italiano, volte principalmente ad alleggerire i costi più che ad investire in innovazione, hanno fatto in genere scadere la qualità generale della relazione banca-cliente.

Si è inoltre innescata nei consumatori una spirale di sfiducia causata dal verificarsi di episodi spesso eclatanti di malversazioni nella distribuzione allo sportello di prodotti di risparmio e investimento.

In Italia i clienti di molte banche hanno subito perdite economiche anche gravi per essere state vittime di condotte commerciali spregiudicate, alle quali gli Organi di Vigilanza non hanno fatto in tempo a porre rimedio prima che se ne esplicassero gli effetti negativi.

L’alternativa a tutto questo è la funzione del Consulente Finanziario Abilitato all’Offerta Fuori Sede, una figura professionale esistente da decenni, oggi molto ben normata dalle leggi in vigore, tutte a garanzia del cliente-consumatore.

  • Il CF è un lavoratore autonomo abilitato da un esame tecnico che lo fa accedere ad un Albo di categoria.
  • Il CF può operare in forza del mandato di una banca (una sola), con rapporto esclusivo. La banca mandante accorda al CF la distribuzione dei propri prodotti, ossia di tutti i servizi bancari e finanziari contenuti nel contratto di mandato e il CF può agire nei confronti di chiunque, senza limiti territoriali, perché autorizzato a consigliare, proporre e collocare tali prodotti e servizi.
  • Diversamente dal dipendente bancario, egli lo può fare “fuori sede”, ossia al di fuori dei locali di una banca.
  • La migliore garanzia per il consumatore è comprovata dalle statistiche: gli episodi di malversazione con provvedimenti sanzionatori a carico di consulenti finanziari sono in proporzione bassissimi e la banca mandante risponde sempre direttamente per gli errori o per il comportamento scorretto che dovesse venire riscontrato a carico del CF.

Il guadagno del CF è legato a due differenti modalità operative, scelte sempre assieme al proprio cliente.

La prima è quella tradizionale: il guadagno è legato alle provvigioni maturate con la vendita/collocamento dei prodotti e dei servizi bancari, finanziari, assicurativi

La seconda può invece prevedere il pagamento da parte del cliente di una “commissione di consulenza” annuale, stabilita in percentuale rispetto al patrimonio in gestione.

Non essendo un lavoratore dipendente ma traendo i propri guadagni dal mantenimento di clienti soddisfatti, il consulente finanziario (abilitato all’offerta fuori sede) ha evidentemente tutta la convenienza ad operare nel loro interesse.

I clienti possono godere così di vantaggi reali, non ultimo quello di poter relazionarsi con il proprio consulente senza i limiti degli orari di ufficio e con modalità “veloci” alle quali un impiegato di banca difficilmente potrebbe ricorrere.

Viene inoltre rimosso il limite dello “sportello fisico” in quanto le reti di consulenza finanziaria operano tipicamente con la versione più evoluta del Sistema Banca, ossia i servizi digitali e la messa a disposizione di un set completo di internet banking.

Dal punto di vista della gamma di prodotti/servizi, è certo che il consulente finanziario esprime oggi un concetto democratico di accesso al pubblico di strumenti che fino a poco tempo fa erano riservati solo alla clientela “TOP”.

Infatti negli ultimi anni l’industria dei prodotti finanziari sta abbassando le soglie e i costi di ingresso di questi strumenti, sia per allargare la base clienti ma anche per le richieste dei Regolatori che impongono una revisione di questi costi.

L’architettura alla base del rapporto di fiducia tra il Consulente Finanziario e il proprio cliente permette di instaurare relazioni solide e prolungate nel tempo. E’ in questo modo che il consulente può capire fino in fondo i reali desideri e gli obiettivi del proprio cliente.

Il modello di consulenza e di offerta del Consulente Finanziario è quindi una opportunità di certo interessante per tutti i clienti delle banche che hanno oggi un solo problema: non conoscono le opportunità che hanno a disposizione e nemmeno tutte le garanzie di tutela che le norme in vigore garantiscono loro.

Se vuoi maggiori informazioni su cosa fa e come opera un Consulente Finanziario, contattami qui.

L’esperienza sul campo mi dice che in pochi hanno una percezione reale di quante cose si possono fare attraverso i servizi digitali di una banca.

Il numero delle operazioni di conto corrente eseguibili in self service on line è diventato nel tempo davvero completo, anche per effetto dell’entrata in vigore di normative europee che consentono maggiore concorrenza tra operatori e maggiore tutela per i consumatori come per esempio la Direttiva PSD2 (Payment Services Directive 2) entrata in vigore il 13 gennaio 2018.

Vale quindi la pena riassumere di cosa effettivamente si tratta facendo riferimento alle comodità e ai vantaggi di questi servizi “avanzati”.

La premessa è chiara: il tempo che si impiega per recarsi in una filiale o all’ufficio postale, per fare la fila e guadagnarsi il posto davanti al bancone, soprattutto in tempo di Covid, è esagerato per definizione. Inoltre spostarsi costa e il tempo costa.

Infine il servizio di un impiegato prevede necessariamente delle commissioni. Quelle del servizio on line sono certamente più basse, talvolta nulle.

Ma quali sono esattamente le operazioni che puoi fare in self service, senza muoverti da casa? Provo a fornirti un elenco esteso ma non definitivo: questo elenco è destinato ad aumenterà nel tempo e non mancherò di darti qui ogni aggiornamento al riguardo:

1 – Puoi tenere costantemente sotto controllo i movimenti del tuo conto corrente

  • Verifica del saldo e di tutte le operazioni che sono state registrate in entrata e in uscita
  • lettura, stampa e salvataggio degli estratti conto periodici

2 – Puoi controllare le spese effettuate con la carta di credito e il plafond residuo utilizzabile nel mese

  • lettura stampa e salvataggio degli estratti conto mensili della carta di credito

3 – Puoi avere la disponibilità immediata di ogni documento emesso dalla banca, con la possibilità di salvarlo e stamparlo

  • attestazione degli interessi pagati con le rate di mutuo l’anno precedente per le necessità fiscali
  • attestazione del saldo medio annuale del conto corrente per ottenere l’ISEE

4 – Operazioni di pagamento

  • Bonifici ordinari su conti correnti nazionali e su banche estere aderenti al circuito SEPA
  • Bonifici “parlanti” che riguardano pagamenti per lavori soggetti ad agevolazioni fiscali (riqualificazione energetica, ristrutturazione edilizia, bonus mobili, superbonus ecc.)
  • Bonifici “istantanei” (il beneficiario riceve l’accredito nel proprio conto corrente nel giro di pochi secondi)
  • Bonifici ricorrenti: si imposta l’istruzione di far partire in modo automatico un bonifico periodico di importo fisso (ad esempio per pagare il canone di affitto mensile)
  • Ricariche telefoniche
  • Bollettini postali “bianchi” e bollettini postali “premarcati”
  • Bollettini MAV e bollettini RAV
  • Bollettini CBILL di tutti gli enti inseriti nel circuito PagoPa della Pubblica Amministrazione
  • Bollettini Freccia (sono un altro tipo di bollettino emesso di solito da Pubbliche Amministrazioni, Condomini e Università)
  • Bollo auto
  • Canone RAI (se non è inserito nella bolletta dell’energia elettrica)
  • Tutti i modelli F24 (ordinario, semplificato, F24 Accise, F24 con elementi identificativi)
  • R.I.B.A (è la ricevuta elettronica di pagamento di un incasso commerciale)
  • Addebito automatico senza spese di utenze, con pagamento il giorno di scadenza (es. luce, acqua, gas)

5 – Richiesta attivazione di servizi con spedizione e ricezione in pochi giorni

  • telepass/viacard
  • carta bancomat
  • carta di credito
  • carta di credito prepagata
  • carta di debito circuiti VISA e Mastercard
  • carnet assegni (per chi ancora li usa)

6 – Risparmio e Investimenti

  • apertura in self service di depositi vincolati
  • negoziazione diretta di titoli quotati su Borsa Italiana e sui principali mercati europei e internazionali (acquisto e vendita di titoli quotati come per esempio azioni, obbligazioni, ETF, ETC ecc.

I servizi più recenti

Dal 2015 è possibile effettuare la “portabilità” del conto corrente e dei servizi collegati, ossia chiedere  il trasferimento automatico del conto su un altro istituto, senza doversi recare in filiale a firmare i moduli, senza dover revocare le utenze ed effettuare tutte le procedure classiche che costituiscono un possibile disagio e che talvolta scoraggiano i clienti a rivolgersi altrove per ottenere dei miglioramenti.

Inoltre dal 2020, in conseguenza delle normative europee che favoriscono l'”OPEN BANKING”, le banche italiane hanno reso disponibile la possibilità di consultare dalla propria area riservata anche i conti correnti detenuti presso altri Istituti.

Riepilogando, il fatto di poter operare con la banca attraverso una piattaforma digitale, ti permette di risolvere il 99% delle tue esigenze in totale autonomia, nei tempi e negli orari che preferisci, senza vincoli e perfino risparmiando.

Quanto costa avere oggi a disposizione un servizio completo di questo tipo?

Molto meno di quanto ti aspetti e di quanto si sia mai pagato in Italia per un servizio on line così utile e delicato.

E’ molto interessante constatare quanto valore sia stato messo a disposizione dei consumatori dei servizi digitali in questi ultimi anni e quanto più costosi siano, in proporzione, altri servizi come quelli di puro intrattenimento come quelli di Sky, Netflix o Disney Channel.

Di questo argomento tratterò in un apposito articolo.

PERCHE’ ME NE DEVE IMPORTARE?

Pensi di gestire correttamente il tuo conto corrente e di sfruttare bene tutti i servizi collegati e di conoscere quelli collegabili? Pensi di gestire correttamente i documenti cartacei e quelli on line per la tua tutela presente e futura? Hai una idea precisa dei costi che sostieni e di quelli che potresti eliminare attraverso una gestione più attenta? Hai chi ti aiuta in questo o sai chi può farlo per te? Hai chi ti aggiorna sulle novità per non rimanere indietro e farti scappare delle opportunità? 

Se hai domande o vuoi approfondire, contattami compilando la scheda che trovi qui.

Un buon numero di consumatori ha ormai cancellato definitivamente dalle proprie abitudini l’opzione di recarsi fisicamente in banca per effettuare le tradizionali operazioni di cassa.

La diffusione a tappeto dei servizi digitali ha fatto sparire la necessità di “andare a fare le cose” in un posto diverso da quello in cui ci si trova, alla semplice condizione di avere a disposizione un computer, un tablet o uno smartphone.

Tutte le comuni operazioni di pagamento sono ormai servite dall’internet banking.

Non solo. La banca digitale mette a disposizione servizi accessori sempre più efficaci e completi come ad esempio il bonifico istantaneo, che ha messo praticamente in soffitta gli assegni di conto corrente e gli assegni circolari, se ancora qualcuno ne considerava l’esistenza.

Tutto risolto quindi? Siamo già tutti felici utenti digitali?

Il rapporto Digital 2020 Italia ci dice che 50 milioni di italiani sono connessi a internet, con una penetrazione nella popolazione totale dell’82%.

Queste cifre tuttavia non spiegano quale sia la reale capacità dei cittadini di interagire correttamente ed efficacemente con i servizi digitali, specialmente nell’ambito della gestione delle proprie finanze e in particolar modo con la propria banca.

Non è affatto automatico e non è pertanto scontato che le persone siano indifferentemente tutte in grado di allineare le proprie conoscenze secondo la velocità imposta dai tempi della trasformazione digitale in atto.

Il “digital divide”, ossia la distanza che separa chi ha l’accesso alle tecnologie e ai livelli di informazione da essa favoriti, rispetto a chi ne è escluso in modo parziale o totale, è un serio problema sociale con cui fare i conti.

I motivi di questa esclusione sono di diverso tipo e contengono diverse variabili: condizioni economiche, livello di istruzione, qualità delle infrastrutture, differenze di età o di sesso, appartenenza a un diverso gruppo etnico, provenienza geografica ecc.

Chi oggi continua ad andare a fare la fila in banca, in Posta e negli uffici pubblici per esigenze di tipo ordinario, è una tipologia di utente ben precisa: persone che per diverse ragioni non hanno maturato competenze sufficienti per allinearsi con la “nuova normalità” e che per questo iniziano a trovarsi in una condizione di oggettivo svantaggio, prima mai affrontata.

Il punto è che il Sistema non ragiona per riservare una quota dei propri investimenti al mantenimento di una struttura tradizionale, destinata propriamente all’accesso e alla fruizione secondo modalità pre-digitali. Si trova anzi spesso in ritardo nel giocare questa nuova partita rispetto alle opportunità consentite dall’innovazione.

La maggior parte delle banche si trova oggi a gestire immobili, personale e risorse ereditati da una storia che non è facile ripensare in chiave moderna: i tempi della trasformazione digitale e l’evoluzione degli stili di vita hanno lasciato le banche bruciate sulla linea di partenza, anche e soprattutto a causa di una rigidità propria di Sistema.

E’ certo che il futuro adeguamento non avverrà né per apertura di nuove filiali, né per aumento del personale dedicato all’accoglimento dei clienti allo sportello: tutt’altro.

Chiunque può confermare già oggi che l’esperienza di acquisto o di fruizione dei servizi all’interno di una qualsiasi filiale non sia mediamente adeguata ai desideri di chi la frequenta.

Questa domanda di efficienza e di qualità merita una risposta ben attenta e circostanziata che sarà oggetto di riflessione e di approfondimento all’interno del blog.

PERCHE’ TE NE DEVE IMPORTARE?

Le abitudini di consumo sono cambiate e stanno cambiando alla velocità della luce, con l’accelerazione impressa dalla pandemia che ci ha colpito a partire dal 2020.
La flessibilità e la velocità nel rispondere alle esigenze dei consumatori determina la soddisfazione nell’esperienza di acquisto e il successo di un modello imprenditoriale.

Qual è la tua esperienza di acquisto e che voto daresti alle risposte che ricevi quando chiedi servizi bancari e finanziari? La scarsa qualità a cui hai dovuto abituarti può perfino sommarsi alla difficoltà di entrare nel nuovo corso imposto dall’innovazione e dalla trasformazione digitale.

Puoi commentare l’articolo ma anche contattarmi compilando la scheda che trovi qui.

Facciamo chiarezza su uno strumento di pagamento usato comunemente dai moltissimi consumatori ma le cui caratteristiche e i cui aspetti di funzionamento non sembrano, in base alla mia esperienza, così scontati per molti di essi: la carta di credito.

Il prelevamento di denaro contante dal proprio conto corrente è una delle operazioni ricorrenti più semplici nel rapporto banca/cliente. Ci sono alcune informazioni al riguardo che vale la pena approfondire.

Quanto contante prelevi di solito? E con quale frequenza?

Io per i miei pagamenti uso il bonifico, la carta bancomat (POS), la carta di credito, il telepass e servizi di parti terze come per esempio Satispay. Ho tutte le bollette domiciliate (vengono addebitate gratis sul mio conto corrente il giorno della scadenza) e pago i bollettini postali e altri tipi di bollettino (MAV, RAV ecc.) con la piattaforma on line della banca.

Per questo motivo non ho bisogno di tenere nel portafoglio più di 150/200 euro in contanti e dopo averli prelevati con il bancomat, li consumo molto lentamente perché li uso per pagare i piccoli importi al bar, il giornale in edicola e poco altro. Il rifornimento di carburante lo faccio sempre in self service pagando con carta.

Ognuno si regola come crede ma l’importante è poter ottenere il contante in modo rapido, sicuro e veloce.

Le banche ti offrono due alternative:

  • il ritiro del contante allo sportello, dalle mani di un impiegato adibito al servizio di cassa
  • il ritiro da una apparecchiatura automatica (sigla inglese ATM – Automated Teller Machine) messa a disposizione esternamente e/o internamente alle filiali, nei centri commerciali, negli aeroporti ecc.

L’espressione più comune è diventata: prelevare al “bancomat”.

Presentarsi in banca per effettuare un prelevamento di contanti dal proprio conto corrente è oggi un’operazione obiettivamente scomoda: si può fare solo dal lunedì al venerdì, in determinati orari e solo in una filiale della banca in cui hai aperto il conto corrente.

Ti risulta per caso che in alcune filiali di alcune banche il servizio di cassa sia stato recentemente eliminato al pomeriggio o che sia stato addirittura soppresso?

Te lo confermo io. Le banche stanno cercando di limitare il più possibile la parte di servizio al pubblico che rappresenta una voce di costo e non restituisce margini di profitto. Per questo ogni occasione è buona per invitare la propria clientela ad utilizzare le apparecchiature automatiche o i pagamenti digitali.

In tempi di emergenza COVID, i problemi di accesso agli sportelli bancari hanno creato sicuramente un disagio enorme a tutti quelli che, per varie ragioni, non hanno dimestichezza con questi strumenti.

Il sistema alternativo al prelevamento di contante allo sportello è usare, appunto, le apparecchiature automatiche ATM, il famoso “Bancomat”.

In questo caso è necessario sottoscrivere preventivamente un contratto per l’adesione al “servizio bancomat” e farsi rilasciare la relativa carta.

Mentre un tempo questo servizio si considerava del tutto accessorio al conto corrente e poteva essere sottoscritto a parte anche in un secondo momento rispetto all’apertura del conto, oggi le banche consegnano subito la tessera bancomat, proprio perché la diffusione del servizio POS è ormai capillare e l’abitudine dei consumatori al prelevamento dei contanti dalle apparecchiature automatiche è ampiamente consolidata.

Si tratta infatti di un servizio che le banche offrono da almeno 30 anni (in foto il mio bancomat del 1995).

bancomat

Relativamente all’uso delle carte di pagamento (carte di credito e carte di debito) e ai pagamenti digitali in genere, lo Stato ha ormai preso al riguardo una posizione netta.

Consideriamo le disposizioni in materia fiscale che hanno imposto la tracciabilità dei pagamenti per ottenere le detrazioni di alcune tipologie di spesa (es. quelle sanitarie). Oppure la discussa operazione del “Cashback di Stato” che prevede addirittura una incentivazione economica per i consumatori.

La tessera bancomat (è una carta di debito e non va confusa con la carta di credito) è personale e viene rilasciata al cliente contestualmente ad un codice numerico di cinque cifre contenuto solitamente in una busta sigillata: si tratta del PIN (Personal Identification Number), un codice che deve conoscere solo ed esclusivamente il titolare della carta bancomat e che dovrà digitare tutte le volte che la userà per prelevare dalle apparecchiature automatiche (ATM) o per pagare presso gli esercizi commerciali con il servizio POS.

Il vantaggio di poter prelevare dagli ATM è innegabile:

  • sono sempre accessibili in qualsiasi orario e giorno della settimana
  • puoi utilizzare le apparecchiature di tutte le banche, anche all’estero

Per quanto riguarda l’importo massimo ritirabile, la regola generale è che nelle banche diverse da quella di cui sei cliente puoi prelevare al massimo 250 euro al giorno fino ad un massimo mensile stabilito dal servizio sottoscritto.

Presso gli ATM della tua banca questa soglia può aumentare anche oltre 1.000 euro: ogni banca stabilisce le proprie condizioni.

Proprio perché abbinata ad un codice “segreto”, la carta bancomat deve essere usata con attenzione e buon senso e questo per alcune persone rappresenta un freno psicologico (ho paura di dimenticarmi il codice, perdo il codice, perdo la carta e mi prelevano dal conto, mi clonano la carta, ecc.).

I milioni di carte bancomat usati ogni giorno da milioni di consumatori e quindi i miliardi di transazioni quotidianamente testati, testimoniano l’affidabilità di questo servizio e i motivi del suo successo.

Con il progetto SEPA (Singles Euro Payments Area), articolato nelle Direttive Europee PSD e PSD2 (Payment Services Directive), la sicurezza per i clienti è stata ulteriormente rafforzata: questa normativa stabilisce che la sicurezza dei sistemi di pagamento è una responsabilità in capo al Sistema (le banche e i loro fornitori di servizi telematici). Pertanto un cliente che fosse vittima di un prelevamento fraudolento a mezzo carta di credito o di debito ha diritto al rimborso automatico, salvo responsabilità dimostrata.

Aggiungo che

  • molte banche non applicano alcuna commissione di attivazione o di rinnovo del servizio
  • non applicano commissioni di prelevamento, nemmeno quando si preleva presso ATM di altre banche
  • garantiscono ogni forma di sicurezza a partire da quella preventiva

Cosa serve ancora per convincere i più riluttanti ad usare la carta bancomat per pagare e prelevare?

Tu che esperienza hai con questo servizio?

Sei tra quelli che non lo usano per scelta?

Hai dei dubbi sul suo funzionamento?

Scrivi il tuo commento e approfondiamo le informazioni che ti servono.



Dal primo luglio 2020 il nuovo limite stabilito per il trasferimento del denaro contante è passato da 3.000 a 2.000 euro. La Legge di Bilancio 2020 prevede inoltre che, dal primo gennaio 2022, questo limite venga ulteriormente abbassato a 1.000 euro.

Il balletto del ritocco di queste soglie, più volte discusse e modificate nel corso degli ultimi anni, finisce inevitabilmente per innescare dibattiti, polemiche e proteste, tanto più vibrate quanto più restrittive sono le decisioni politiche prese in questo senso.

Semplificando il senso della diatriba, la tesi difesa a spada tratta da una vasta platea di cittadini e operatori economici (oltre che ovviamente dalle forze politiche di opposizione) è che una imposizione di questo tipo rappresenta una limitazione intollerabile della libertà personale sull’uso legittimo dei propri beni (in questo caso del proprio denaro) e che per questo motivo si tratterebbe di provvedimenti inaccettabili in uno Stato democratico.

Da parte loro i Governi promotori sostengono che una somma di misure tra loro complementari come la limitazione del denaro contante in circolazione, coniugata ad esempio con incentivi all’uso della moneta elettronica, può contrastare l’economia sommersa e il riciclaggio del denaro sporco che piagano le casse dello Stato.

Le speculazioni su questi argomenti finiscono per creare confusione e la centrifuga delle informazioni mischiate alle opinioni, in massima parte veicolate nei social network, produce spesso tesi fantastiche.

C’è chi pensa che le banche non potranno più permettere il ritiro in contante dei depositi oltre una minima soglia o che queste siano state incaricate di contrastare la libera movimentazione dei depositi nei conti personali.

Facciamo un po’ di chiarezza spiegando perché non ha senso dividere il mondo in due, separando la fazione degli irriducibili del denaro contante da quella dei  fan della moneta elettronica.

Oggettivamente monete e banconote hanno un ciclo di vita articolato e costoso, a cominciare dalla progettazione e realizzazione grafica. Vanno coniate o stampate su materiali particolari, con criteri speciali. Devono essere trasferite, custodite e infine smaltite quando consumate e rovinate, sempre in totale sicurezza. Possono essere smarrite, rubate, falsificate, rovinate irrimediabilmente.

I costi diretti e indiretti collegati con il loro ciclo di vita vanno necessariamente messi a confronto con quelli ben più sostenibili di una gestione digitale: una riflessione va fatta.

Il denaro è una convenzione sociale e si può concepire che nei secoli le convenzioni sociali possano essere discusse, migliorate, modificate o abolite in favore di convenzioni più utili.

Il pericolo evocato è sempre lo stesso, ossia che le transazioni elettroniche rappresentino flussi immateriali monitorati e tracciati per definizione e che quindi, in ultima analisi, possano permettere il controllo pervasivo sulle persone, stile “Grande Fratello”.

Il dibattito è aperto e si tratta di trovare, come in tutte le cose, un bilanciamento corretto di elementi. In questo caso tra diritti e doveri, tra costi e benefici, tra libertà personale, privacy e tutela della cosa pubblica.

Tutti quelli che hanno scoperto una comodità e una praticità nell’usare il conto on line, il bancomat e la carta di credito e non intende rinunciarvi, avranno a disposizione sempre maggiori opportunità nei servizi digitali.

Viceversa tutti coloro che per vari motivi sono affezionati al denaro fisico da prelevare e da versare in banca o da custodire dove e come a loro garba, non hanno per il momento nessun timore di dover cambiare il proprio comportamento né le proprie opinioni.

L’abbassamento della soglia di trasferimento del denaro contante non modifica più di tanto il vecchio scenario; l’importante è conoscere le regole già in vigore da anni e che non sono sostanzialmente cambiate.

Per “trasferimento” si intende il passaggio del denaro da un soggetto ad un altro, inteso come cessione. Secondo i nuovi limiti in vigore dal primo luglio 2020, è possibile farlo in contanti fino a 1.999,99 euro. Oltre questa soglia è obbligatorio servirsi di mezzi tracciati, per esempio con assegno o con bonifico. Va da sé che se prelevi 4.000 euro in contanti dal tuo conto per versarli in un altro conto corrente, sempre intestato a te, non avviene nessuna violazione della norma.

La banca non ha nessun titolo per impedire il prelevamento di denaro contante di qualsiasi importo al legittimo proprietario del conto o del deposito: sarà tuttavia opportuno darle un congruo preavviso per consentirle di avere a disposizione le banconote necessarie nel giorno stabilito, se l’importo del prelevamento in contanti è consistente.

Qualcuno non ha infatti ancora realizzato che uno sportello di banca non può avere a disposizione contante illimitato e che se si intende ritirare cospicue somme in banconote, magari anche in tagli precisi, è necessario concordare l’approvvigionamento.

Un altro punto che genera malintesi è se la banca può legittimamente chiedere al cliente che preleva il proprio denaro in contanti quale sia il motivo di questo prelevamento. In genere i clienti delle banche vivono questo momento come una curiosità fuori luogo, un “farsi gli affari degli altri” inopportuno e gratuito.

Non è così. Quello che può mancare è solo un atteggiamento discreto e professionale da parte del funzionario o dell’impiegato di turno nel fornire le informazioni necessarie.

Essi infatti, per conto della banca e nelle funzioni a loro attribuite dalla cosiddetta Legge Antiriciclaggio, hanno l’obbligo di farlo e di annotare la risposta, con il rischio di conseguenze penali in caso di non ottemperanza. Viceversa il cliente non è tenuto a fornire spiegazioni se non intende darle.

Le finalità di questo schema normativo sono quelle di identificare operazioni che nascendo con caratteristiche assimilabili a quelle messe in atto per finalità di riciclaggio e/o finanziamento al terrorismo, possano essere davvero realizzate per uno scopo illecito.

Pertanto, indipendentemente dal limite stabilito nel tempo per il trasferimento del denaro contante, nulla deve temere chi preleva e versa del contante, se la provenienza o l’utilizzo di questo contante sono leciti e legittimi.

Allo Stato che volesse indagare, si dovrà tuttavia spiegare e motivare adeguatamente – per esempio – un prelevamento in contanti di 50.000 euro, dato che sembrerebbe illogico volerli conservare in casa solo per poterli spendere un po’ alla volta per le normali esigenze familiari (almeno secondo la “diligenza del buon padre di famiglia”).

E utile infine sapere che qualsiasi movimentazione “anomala” del conto o del deposito, sulla base di particolari criteri e algoritmi, per contanti o meno, realizza degli alert automatici che il personale preposto della banca deve verificare volta per volta.

In ogni caso l’operatore che dovesse ravvisare comportamenti da valutare come sospetti ai sensi della stessa normativa, ha ancora una volta l’obbligo di effettuare una segnalazione interna secondo un protocollo specifico. Sarà il suo superiore a stabilire, assumendosi una responsabilità, se procedere verso il livello di segnalazione superiore e con atti successivi sarà l’ultima funzione della banca a confermare o meno l’invio alle Autorità preposte, fino alla possibile attività di accertamento diretto delle Autorità nei confronti del cliente della banca.

PERCHE’ TE NE DEVE IMPORTARE?

La questione del tracciamento dei dati personali e delle abitudini di comportamento, in questo caso di come e del perchè ognuno di noi spende i propri soldi, è assolutamente importante ed è opportuno non trascurare un serio dibattito in tal senso.

Non dimentichiamo tuttavia che molti di quelli che pongono il problema dei dati personali consegnati controvoglia allo Stato “spione”, sono gli stessi che regalano spontaneamente ai social network informazioni personali molto più delicate e riservate: informazioni che finiscono chissà dove, sicuramente in qualche datacenter situato in territorio non italiano, nelle mani di società private alle quali sarà quasi impossibile contestare i termini di un abuso. 

Queste informazioni possono arrivare a comprendere non solo le immagini, le abitudini, gli spostamenti e i comportamenti di acquisto di chi – appunto –  usa le piattaforme “social”, ma anche quelle dei loro familiari, magari minorenni, dei loro amici, dei loro parenti e dei loro conoscenti.

Un pensiero ancora più approfondito a questo riguardo non può essere evitato.